Cos’è la Pensione Integrativa

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Il sistema pensionistico di base non sarà più in grado di garantire in futuro lo stesso tenore di vita garantito oggi agli attuali pensionati. Il motivo sono le continue riduzioni delle pensioni di base a seguito delle riforme del sistema pensionistico obbligatorio.
La pensione pubblica avrà sempre più il ruolo di prestazione minima di base e ogni individuo dovrà integrarla attraverso la previdenza complementare.
Ma cos’è la pensione integrativa? Lo scopriremo in questa guida.

L’adesione permetterà ( probabilmente ) la costruzione di una rendita integrativa in grado di mantenere il proprio tenore di vita dopo la fine dell’attività lavorativa.
Il termine probabile è d’obbligo, perché tutto o quasi dipenderà da noi e dalle nostre scelte, a titolo di esempio gli importi versati e gli anni di versamento.

Cos’è e come funziona la Pensione Integrativa

Il funzionamento del sistema è molto semplice, un individuo versa per un periodo di anni un determinato capitale. I contributi versati vengono accantonati e rivalutati nel tempo e utilizzati esclusivamente per costruire la pensione integrativa.

L’individuo percepirà una rendita vitalizia che sarà in funzione del capitale versato, di un coefficiente ( che dipenderà da quando inizierà la rendita vitalizia e sarà maggiore se la rendita inizierà più avanti negli anni ) e dal sesso dell’individuo. Le donne a parità di condizioni avranno una rendita vitalizia minore a causa di una vita media più lunga.

La Previdenza Complementare si attua attraverso l’adesione, individuale o collettiva, ad una delle forme Pensionistiche Complementari previste: Fondi Negoziali, Fondi Aperti, Polizze Previdenziali.
Scopri cos’è un fondo pensione.
Tutte le forme previdenziali complementari osservano le stesse regole dal punto di vista di: normativa ( contribuzione, anticipazioni, ecc. ), fiscalità, modalità delle prestazioni finali.

L’adesione alla Previdenza Complementare è assolutamente volontaria e chiunque può aderirvi.

Eccovi spiegato cos’è la pensione integrativa.

I giovani e la riforma del sistema previdenziale

È importante sottolineare come i lavoratori più giovani risentiranno maggiormente degli effetti delle riforme del sistema previdenziale. Infatti, gli individui entrati nel mondo del lavoro dal 1996 in poi, avranno la pensione pubblica calcolata con il metodo “contributivo”. Cioè direttamente proporzionata all’entità dei contributi effettivamente versati. Tale pensione sarà notevolmente più bassa rispetto alle pensioni attuali e l’importo sarà al max di circa il 50% dell’ultima retribuzione.

Per i più giovani mantenere il proprio tenore di vita, anche in pensione, sarà molto arduo. Perché l’obiettivo da raggiungere sarà colmare, tutto o parzialmente il proprio Gap Previdenziale. Quindi si tratta di una scelta volontaria e consapevole ( sarebbe meglio definirla obbligatoria! ) costruirsi una pensione integrativa. Questa appare comunque difficile da realizzare visti gli stipendi medi italiani.

Non dimentichiamoci che un giovane dovrà risparmiare delle cifre considerevoli per poi veicolarle in soluzioni atte a costituire una pensione integrativa. L’unico vantaggio dei giovani è l’orizzonte temporale a disposizione per costruirsi una soluzione previdenziale integrativa. Infatti andranno in pensione in età avanzata.

Una scelta saggia sarà quella di iniziare a versare i contributi nel proprio fondo pensione il prima possibile, già a 18 anni. Ma anche prima.

In ogni caso non saranno certo sufficienti i famosi 50,00 Euro mensili di versamento, spesso pubblicizzati dalle stesse società specializzate in previdenza complementare. Serviranno cifre più consistenti.

Inoltre è molto importante verificare periodicamente la propria situazione previdenziale sul portale dell’INPS.

Il vantaggio fiscale nell’aderire al Fondo Pensione

L’unico vantaggio per tutti è la deduzione fiscale per i contributi versati a favore della previdenza complementare. Ossia la diminuzione del reddito complessivo imponibile ai fini IRPEF.
L’importo annuale massimo della deduzione è di 5.164,57 Euro.

Il plafond è unico ed è comprensivo sia dei contributi versati dal lavoratore, sia di quelli, quando previsti, versati dal datore di lavoro. Rimane quindi escluso l’eventuale TFR conferito. Infatti la sua formazione non è soggetta a tassazione ( il regime del TFR prevede la tassazione al momento della sua liquidazione / fruizione ).

Le prestazioni previste dalla Previdenza Complementare

  • rendita vitalizia, anche reversibile
  • capitale fino ad un massimo del 50% del montante
    Il montante maturato è l’insieme dei contributi a qualunque titolo versati ( contributo lavoratore, contributo datore di lavoro, TFR ). Questi vengono rivalutati annualmente in base al rendimento finanziario realizzato dal prodotto prescelto.
    Le condizioni necessarie per godere delle prestazioni sono:
  • permanenza di almeno 5 anni in una forma di Previdenza Complementare
  • aver raggiunto l’età pensionabile prevista dal regime obbligatorio pensionistico di appartenenza, sia che si tratti della pensione di anzianità che di vecchiaia.
    Le prestazioni previste sono uguali, a prescindere dal fatto che si aderisca a forme di natura collettiva piuttosto che individuale.

Le richieste di anticipazioni al fondo pensione

È possibile chiedere anticipazioni per:

  • sostenere spese sanitarie a seguito di gravissime situazioni per terapie o interventi straordinari riconosciuti dalle competenti strutture pubbliche. Possono riguardare l’iscritto, il coniuge e i figli, si può ottenere fino al 75% della posizione individuale maturata.
    La richiesta può essere inoltrata in qualsiasi momento.
  • acquisto o la ristrutturazione della prima casa di abitazione per sé, per il coniuge o per i figli. Si può ottenere fino al 75% della posizione individuale maturata.
    La richiesta può essere inoltrata soltanto dopo otto anni di partecipazione alla previdenza complementare.
  • ulteriori esigenze non documentate, è possibile ottenere una somma fino al 30% della posizione individuale maturata.
    La richiesta può essere inoltrata solo dopo otto anni di partecipazione alla previdenza complementare.

La tassazione del rendimento finanziario della Pensione Integrativa

I rendimenti maturati dal fondo pensione sono soggetti all’imposta del 20%. È una tassazione più favorevole rispetto al 26% che si applica alla maggior parte delle forme di risparmio finanziario.
Sulla quota del rendimento che deriva dal possesso di titoli di Stato e titoli similari, la tassazione è fissata al 12,5%.

Il trattamento fiscale della rendita prevede che sull’importo imponibile della prestazione in forma di rendita, sia operata una ritenuta a titolo di imposta. L’aliquota è del 15%. Questa aliquota è ridotta di una quota pari a 0,30 punti percentuali per ogni anno oltre il 15° anno di partecipazione alla Previdenza Complementare.

Il limite massimo di riduzione è di 6 punti percentuali.
Quindi dopo 35 anni di contribuzioni si arriverà ad una tassazione finale pari al 9%.
L’importo imponibile della prestazione è rappresentato da:

  • la parte corrispondente ai versamenti dedotti
  • l’eventuale TFR conferito
    Rimangono esclusi dall’imponibile i redditi derivanti dai rendimenti maturati a partire dall’erogazione della rendita.

Ora dovrebbe essere più chiaro cos’è la pensione integrativa, come funziona, perché aderire e quali sono i vantaggi fiscali.